Festività Pasquali 2020

Alle socie ed ai soci
Alle dipendenti ed ai dipendenti
Alle collaboratrici ed ai collaboratori
della Cooperativa Sociale Zerocento

Ai genitori delle bambine e dei bambini,
Agli ospiti delle residenze,
Agli utenti dei servizi domiciliari,
Alle ragazze ed ai ragazzi delle comunità e dei centri giovanili
gestiti dalla Cooperativa Sociale Zerocento

In questo particolare momento, 

ci interroghiamo su cosa accadrà e su cosa diventeremo.
Ancora non lo possiamo sapere, sia perché non sappiamo i tempi in cui questo accadrà sia perché non possiamo immaginare in quali differenti modi torneremo ad “uscire” per incontrarci.

#Andràtuttobene, ci ripetiamo sempre, pur sapendo che tutto questo avrà grandi costi economici ed umani. Ma sappiamo anche che la promessa di vita che ci chiama in avanti è più forte delle nostre paure, e che la forza di questa vita ci farà ricostruire un futuro. 

Non vogliamo dimenticare quello che stiamo imparando, come persone, ma anche come operatori del sociale.
Che l’attività a distanza non è sufficiente e che abbiamo nostalgia di sguardi e gesti in presenza.
Che le tecnologie permettono di connetterci ben oltre lo spazio dei nostri servizi e che questa modalità, che siamo stati costretti ad imparare adesso, potremo continuare ad usare anche domani.
Che le relazioni sono più importanti delle regole.
Che si è evidenziata una dimensione di “cura” dei nostri utenti e dei loro bisogni fin dentro le loro case.
Che abbiamo sperimentato una nuova alleanza educativa con le famiglie e un nuovo modo di lavorare insieme.

Non tutto ha funzionato, lo sappiamo. Non siamo riusciti a raggiungere tutti, come sempre succede quando si devono fronteggiare emergenze nuove e sono coinvolte le persone e non gli algoritmi.
Ma tantissimi soci lavoratori si sono messi in gioco più del dovuto, con cuore, testa e mani. 

In questi giorni in cui siamo a casa in quarantena, tutti viaggiamo sulla Rete, e questa cosa ci sembra mai come ora una cosa “del futuro”.
La sua tecnologia base però è vecchia ormai di 50 anni.
Erano altri tempi e il mondo era sempre sulla soglia di un conflitto nucleare. La rete Internet – la stessa che ora usiamo per informarci e mantenere molte delle nostre relazioni affettive, sociali e professionali – venne inventata per permettere di controllare i missili a distanza: fondamentalmente “per fare la guerra”.
In fondo per certi aspetti questo coronavirus è peggiore di quell’attacco nucleare che si temeva negli anni della Guerra Fredda.
È peggiore ma Internet ce la sta facendo. Tiene botta, resiste, nonostante l’architettura sia la stessa di 50 anni fa, quando ci fu il primo collegamento. E oggi siamo tutti in rete. E la rete funziona. 

Non so perché, ma questa considerazione mi ha rinforzato la speranza che alla fine vinceremo noi.
Magari ci vorrà ancora un po’, ma vinceremo.
Vinceremo se sapremo essere in grado di comportarci come si sta comportando Internet: resiliente e resistente nelle difficoltà, ridondante di soluzioni, di idee, di informazioni e costantemente in connessione con tutti i suoi nodi.

Da ultimo, vorrei mandare un pensiero di supporto a tutti quei professionisti impegnati nei servizi socio-sanitari ed essenziali e che in queste settimane sono quotidianamente chiamati al lavoro: possiamo solo provare ad immaginare la responsabilità e lo stress che sentono sulle loro spalle ma vogliamo far loro sentire la nostra vicinanza e stima per la loro dedizione . 

Sperando che il dramma sanitario in atto non abbia colpito voi e i vostri cari e dopo aver dedicato un commosso ricordo ai purtroppo tanti che sono venuti a mancare, vi auguro un sereno periodo pasquale in cui ci si possa idealmente stringere gli uni agli altri, tutti insieme, animati da un grande spirito di solidarietà.
Come sempre facciamo noi cooperatori nei confronti delle nostre comunità. 

Un caloroso abbraccio 

Per il Consiglio di Amministrazione
La Presidente
Arianna Marchi

Nella foto di copertina, l’immagine dei giochi nel giardino del Tatapatata, ora vuoti.
Ma il nostro glicine anche questa primavera è fiorito.